La sfida dell’innovazione educativa
Scuola digitale e innovazione tecnologica: a che punto siamo?
Uno dei dati più importanti restituiti dall’esperienza Covid è la necessità di ripensare il concetto di innovazione applicato ai modelli educativi. Un’indagine condotta dall’Istituto per le tecnologie didattiche del @Cnr di Genova, su un campione di 19500 famiglie, ha evidenziato come scuola e famiglie fossero impreparate ad affrontare l’emergenza, soprattutto quando questa ha chiamato in causa didattica e lavoro. Secondo le stime raccolte, il 96% ha dovuto implementare la connessione di rete per far fronte alla didattica a distanza, mentre il 73% ha avuto difficoltà a conciliare smart working e DAD, a causa di dotazioni tecnologiche insufficienti.
Questo cambiamento, così rapido e improvviso, ha contribuito ad aumentare le competenze digitali di molte persone, sebbene vi sia un 80% che non ha registrato un miglioramento significativo, sia in termini di contenuti che di metodi di apprendimento. Segnali che hanno fatto maturare la consapevolezza che, quando si parla di innovazione delle metodologie educative, il percorso non può limitarsi alla tecnologia: la didattica a distanza, infatti, è stata interpretata come ascolto passivo, trasposizione virtuale della didattica frontale, senza far compiere passi in avanti verso l’innovazione. D’altra parte, anche l’OCSE ha evidenziato che, a causa del forte impatto sociale che ha avuto la pandemia sulle persone, non è pensabile un ritorno al vecchio modello di istruzione. Accanto all’affermazione delle competenze trasversali, che stimolino meccanismi di auto educazione e auto regolazione, si affiancano interrogativi sulle metodologie didattiche; i docenti non possono più limitarsi a trasmettere ma devono promuovere esperienze di cooperazione e creatività. Nuovi contenuti, nuove modalità, nuovi strumenti. Naturalmente, Internet è chiamato a fare la sua parte. In che modo? La rete offre una grande quantità di conoscenza, grazie alla quale è possibile diventare creatori di contenuti oltre che utenti: educare i ragazzi alla creazione di contenuti potrebbe essere uno stimolo ad approfondire e un modo per responsabilizzarli. Si possono anche immaginare lezioni interattive, giochi digitali e elementi di coding. Le metodologie didattiche innovative devono stimolare l’autonomia, la curiosità, la capacità critica, l’assunzione di nuovi ruoli. Al tempo stesso, stimolare competenze diverse, porta a riflettere sull’introduzione di criteri di valutazione diversi, come l’autovalutazione o la valutazione tra pari. Questo non significa che vada abbandonato il sistema tradizionale: bisogna considerare un’integrazione, un sistema più complesso, in cui ad alcune metodologie collaudate possano affiancarsi metodologie didattiche innovative.